Amministrazione di sostegno: quando il beneficiario non vuole un amministratore

L’amministrazione di sostegno è un istituto che serve per le persone in condizione di fragilità. Ma cosa succede quando il beneficiario non ha consapevolezza della propria condizione e rifiuta l’aiuto di un amministratore? Anche questa volta prendo spunto da un caso concreto che mi è capitato.

Franca (nome di fantasia) è una giovane donna, affetta da una patologia mentale. Ha allontanato tutte le persone che le stavano vicine al punto che proprio la familiare più diretta ha richiesto l’indicazione di un amministratore di sostegno.

Tuttavia, la beneficiaria, proprio per la mancata consapevolezza della propria condizione, non ritiene di averne bisogno e rifiuta categoricamente la sola eventualità della nomina di un amministratore di sostegno. Il suo stato di salute, peraltro, la porta a non riconoscere la sua condizione e, quindi, ha rifiutare anche le cure stesse per provare ad arginare la situazione.

Posso accettare la chiusura all’a possibilità della nomina di un amministratore di sostegno nel momento in cui il beneficiario può avvalersi del supporto di qualcuno. Un familiare, un amico, un assistente sociale, persino un vicino di casa, qualsiasi figura che possa, all’occorrenza, venire in soccorso. Ma quando non si verificano queste condizioni come si fa? Si ricorre all’Autorità Giudiziaria, proprio come ha fatto la parente di Franca.

Spetterà al Giudice, in questo caso, decidere per la necessità di curare il soggetto interessato anche a discapito della sua volontà. Sempre il Giudice dovrà indicare all’amministratore di sostegno i mezzi per rendere meno negativo possibile l’impatto con la vita del beneficiario e per cercare di farsi accettare.

Franca non ha mai voluto incontrarmi e nemmeno parlarmi. Ci siamo scritte qualche mail ma il risultato non è stato minimamente positivo. Tuttavia, non mi sono persa d’animo e ho continuato a svolgere il compito che mi è stato assegnato dal giudice. Proteggo Franca e tutelo il suo patrimonio proprio per garantirle il tenore di vita che normalmente ha. Purtroppo, non posso fare affidamento nemmeno su qualche parente perché, come ho spiegato al principio, sono stati tutti allontanati, compreso quello che ha richiesto la mia nomina.

Tuttavia, non rinuncio a creare un rapporto con la beneficiaria, aiutata anche dal suo stesso avvocato con cui stiamo cercando di favorire l’intervento di un altro nucleo familiare. Così facendo, France potrebbe essere accolta in una nuova casa ed essere accudita come merita. Il ruolo dell’amministratore di sostegno non prevede di arrendersi di fronte alla inevitabili difficoltà che si presentano. Bisogna sempre continuare a cercare la strada migliore per poter assicurare alla persona che gli è stata affidata una vita più dignitosa possibile.

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