Amministrazione di sostegno: gestire l’affettività del beneficiario

Essere un amministratore di sostegno non vuol dire soltanto curare il patrimonio o la salute del beneficiario. Questa attività è molto più ampia e comprende anche altri aspetti della vita della persona fragile. Un campo di cui non si parla spesso e che, forse, non si immagina possa rientrare fra le competenze del beneficiario è quello legato all’affettività.

Le persone fragili hanno dei sentimenti spesso molto forti nei confronti dell’altro, hanno una enorme paura di rimanere soli, molto più forte di chi si trova a vivere in una situazione di cosiddetta “normalità”, tanto che, in alcune occasioni, pur di avere anche solo l’idea di essere amati e considerati sono portati a compiere delle scelte nocive per la loro vita.

Voglio raccontarti due casi, il primo negativo che è stato oggetto di una sentenza del Giudice Tutelare del Tribunale di Torino nel gennaio 2021, e l’altro positivo che mi ha vista coinvolta personalmente quale amministratrice di sostegno. Nel primo caso, per una signora era stata chiesta l’inabilità dal marito e dalle figlie, in quanto era stata scoperta ad intrattenere plurime conversazioni amorose on line con uomini sconosciuti, con cui riteneva, cosa non vera, di avere nella realtà relazioni concrete. Purtroppo, questi uomini incontrati sui social erano riusciti a ottenere delle cospicue elargizioni in denaro dalla donna. Scoperta questa situazione così problematica, la famiglia della signora si era rivolta al Giudice tutelare, preoccupata dell’eventuale impoverimento del patrimonio. Il Giudice tutelare, in maniera davvero intelligente, quando ha ascoltato la donna coinvolta, le ha chiesto le motivazioni del suo comportamento. e l’interessata ha risposto che avevo compiuto quelle scelte perché nella famiglia si sentiva sola e non considerata, mentre quegli uomini sconosciuti le davano affetto e le stavano vicini. Ora, è evidente che ci problemi nelle scelte della interessata, ma il Giudice ha ritenuto di applicare la misura dell’amministrazione di sostegno e non quella più limitante della inabilitazione, affinchè la donna potesse tentare di recuperare un rapporto più soddisfacente con la famiglia e fosse frenata la sua prodigalità. Ecco cosa è anche chiamato a fare un amministratore di sostegno per i suoi beneficiari.

Il caso che mi ha coinvolta mi ha visto al fianco di una donna che all’inizio non ha accettato la mia presenza. A poco a poco ho cercato di comprendere la sua posizione, anche con il grande aiuto del fratello. Uno dei suoi desideri è stato quello di avere un compagno al suo fianco. Ha avuto fiducia in me, tanto da presentarmene un paio, anche se io non ho il compito di acconsentire alle relazioni dei beneficiari che mi sono affidati, però mi fa piacere se mi coinvolgono nelle fasi della loro vita. Dopo un paio di incontri non andati a buon fine, adesso questa signora convive da 5 mesi con un uomo e mi scrive sempre cosa fa e se sta bene; questo è l’unica cosa che le ho chiesto; di farmi sempre sapere di sé. Non è un controllo da parte mia, ma il volerle fare sapere che non è sola, al di là dell’affetto che prova verso il suo compagno.

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